Come un dettaglio ha trasformato un artigiano in brand: la storia di Valentino, artista liutaio
CASO STUDIO VALENTINO SERVETTINI (LIUTAIO)
C’è un momento, nel percorso di ogni imprenditore audace, in cui la domanda non è più “cosa faccio?” ma “come lo faccio sentire?”. Un momento in cui il mestiere lascia spazio all’identità, e il lavoro quotidiano diventa racconto. È proprio lì che nasce un brand.
Con Valentino è successo così.
Quando ci siamo conosciuti, era un insegnante di chitarra con una passione profonda: costruire strumenti. Aveva le mani che sapevano ascoltare il legno e il suo talento passava attraverso ogni curva che intagliava. Ogni chitarra era un pezzo unico, pensato, plasmato, rifinito con la stessa attenzione con cui si accorda un’emozione.
Ma il mercato non lo sapeva.
Perché il suo talento non si vedeva, non si sentiva, non si raccontava. Era lì che serviva intervenire. Non per inventare qualcosa, ma per portare in superficie quello che già esisteva. Lo abbiamo fatto nella seconda fase del mio percorso di mentoring, quella dedicata allo sviluppo del brand.
Il dettaglio come punto di partenza
Ci siamo messi in ascolto. Delle sue parole, del suo modo di lavorare, dei suoi strumenti di lavoro. E lì, in mezzo a mille possibilità, abbiamo scelto un dettaglio. Il legno.
Il legno è il materiale con cui Valentino costruisce le sue chitarre. Ma non è solo la materia prima. È una dichiarazione d’intenti. E l’essenza di Valentino si trova nella scelta dei materiali, nella cura con cui leviga il legno, nell’armonia che cerca tra estetica e suono.
Ogni tipo di legno ha un suono, una consistenza, una vibrazione differente. Valentino li sceglie uno a uno. Li conosce. Li sente. Li ama.
Allora perché non partire da lì? Perché non raccontare la sua identità attraverso ciò che tocca ogni giorno con tanta attenzione? Abbiamo sviluppato l’universo visivo del suo brand a partire proprio da questo: una palette colori ispirata ai tipi di legno che ama utilizzare.
Il palissandro caldo, il noce profondo, il mandorla chiaro e il betulla leggero. Colori profondi, eleganti, materici. Niente di artificiale. Tutto autentico.
Ogni sfumatura è diventata un’estensione del suo sguardo. E la palette non era più solo bella. Era giusta. Perché parlava di lui senza bisogno di spiegazioni. Ogni colore scelto non era decorativo, ma narrativo. Raccontava chi era senza bisogno di dirlo.

Dal mestiere all’identità
La trasformazione non è stata solo estetica. È stata narrativa.
Valentino non era più solo un artigiano. Era diventato un Artista Liutaio. Un termine che abbiamo scelto insieme, non per elevarlo con retorica, ma per centrare il suo posizionamento, quello di chi unisce competenza tecnica e visione creativa. Chi non solo fa, ma interpreta. Chi non costruisce strumenti, ma crea esperienze sonore.
Da lì in poi tutto ha iniziato a prendere forma. Le parole, le immagini, i materiali di comunicazione.
Ma soprattutto, il modo in cui Valentino si raccontava è cambiato. Non aveva più bisogno di dire “sono bravo”. Era il brand stesso a farlo per lui, in modo sottile, coerente, magnetico.
Le persone lo cercano non solo per le sue chitarre, ma per il modo in cui le crea. Il brand che abbiamo sviluppato non è solo estetico, è esperienziale.
Quando il brand parla (anche senza CTA)
Questo è l’approccio che propongo ogni giorno nel mio lavoro di personal brand strategist. Non si tratta di inventare un’identità, ma di scolpirla. Proprio come fa un liutaio con il legno: toglie, rifinisce, fa emergere la forma. O come Michelangelo, che in quel blocco di marmo che nessuno voleva ci aveva visto un uomo imprigionato da portare alla luce.
“Ogni blocco di pietra ha una statua dentro di sé ed è compito dello scultore scoprirla” – Michelangelo
Credo in un branding che attrae, non che insegue. In cui il contenuto stesso è una chiamata all’azione, anche quando non lo dice apertamente.
Nel caso di Valentino, tutto è partito da un dettaglio. Eppure quel dettaglio conteneva già tutto.
A volte basta un particolare per iniziare a costruire un mondo. Un legno, un colore, una parola. L’identità di marca non è un abito da indossare, è un’essenza da portare alla luce. E il tragitto per farlo inizia da dentro.

Forse anche nel tuo percorso ci sono dettagli che aspettano solo di essere visti. E un’identità che vuole emergere. E se in questo momento ti stai chiedendo: “Ok, ma come posso farlo?” È esattamente questo COME che io ti offro all’interno di Magnetic Star.
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