Uno dei posizionamenti più forti della storia
Ha parlato agli adulti più che ai bambini.
A quelli che si sono dimenticati chi erano.
O che si stanno ancora chiedendo chi diventare.
Questo ha fatto Barrie, che quando ha scritto Peter Pan, più che una fiaba ha scritto una presa di posizione.
In un’epoca in cui tutto andava in una sola direzione, lui ha scelto di andare contro.
Proprio come il suo personaggio.
Un bambino ribelle che si rifiuta di crescere.
E che non si sforza per niente di essere qualcosa di diverso da chi è realmente.
È una lezione potentissima di branding.
E una presa di posizione netta.
La domanda non è cosa stai vendendo, ma…
stai prendendo posizione?
E se ti dicessi che un bambino che si rifiuta di crescere è uno dei brand più coerenti e dei posizionamenti più forti della storia?
Peter Pan non è mai stata la mia fiaba preferita, ma quell’Isola che non c’è ha sempre avuto qualcosa di affascinante. Perché è un mondo che non esiste, ma che puoi immaginare.
Qualche settimana fa ho visto davanti al teatro i cartelloni di uno spettacolo di danza ispirato proprio a Peter Pan e ho deciso non solo di comprare il biglietto, ma anche di rileggere l’opera originale. Non quella Disney, ma quella vera, scritta da Barrie.
Ho trovato qualcosa di molto diverso da quello che ricordavo da bambina e soprattutto ho capito.
Ho capito che Peter Pan non è solo una fiaba. Non è solo un personaggio. È un’idea, un’identità, e soprattutto un modo per prendere posizione e per dire “io sono questo qui, e non cambio per piacerti”
E l’Isola che non c’è non è solo un luogo, ma un mondo. Simbolico. Coerente. Riconoscibile. E desiderabile.
Proprio come un brand ben costruito.
Il fatto è che Barrie non voleva solo raccontare una storia. Non voleva scrivere un eroe. Voleva prendere posizione.
In una Inghilterra rigida, patriarcale e razionale tra fine 800 e inizio 900, lui decide di rompere gli schemi e, in mezzo a una letteratura moralista, propone un bambino ribelle che non cresce, non obbedisce e non si adatta.
Si posiziona così lui stesso come una voce ribelle e ambivalente perché la sua narrativa si rivolge ai bambini ma parla agli adulti, che diventano quasi il suo target primario, facendoli riflettere sulla memoria, sulla nostalgia e sul prezzo della crescita.
Mi ha fatto venire in mente un potenziale cliente che recentemente mi ha detto:
“Voglio scrivere un libro sulla storia della mia famiglia. Puoi aiutarmi a promuoverlo?”
Ne abbiamo parlato QUI.
Perché ogni storia può diventare identità se sai come raccontarla.
E tu? Stai ancora cercando di piacere a tutti o stai prendendo posizione?
E se in questo momento ti stai chiedendo: “Ok, ma io come posso farlo col mio brand?” È esattamente questo COME che io ti offro all’interno di Magnetic Star.
Il mio percorso di mentoring 1:1 è pensato proprio per questo. Non ti insegnerò a venderti. Ti aiuterò a farti riconoscere. E ricordare.
Inizia qui a scoprire il mondo delle STELLE MAGNETICHE.

Potrebbero interessarti anche
Dal colloquio di lavoro al personal branding: come raccontare chi sei davvero
Dal colloquio di lavoro al personal branding: come raccontare chi sei davvero "Mi parli di lei" Una frase semplice, eppure capace di far tremare chiunque. Al colloquio di lavoro è il momento in cui il curriculum smette di bastare, perché non sono più i titoli a...
Einstein e Hack: quando il personal brand nasce dalla semplicità di essere sé stessi
Einstein e Hack: quando il personal brand nasce dalla semplicità di essere sé stessi "La semplicità è la complessità risolta" - Constantin Brâncuși Non sempre scegliamo i nostri maestri, a volte sono loro a scegliere noi. Così è stato per me con Albert Einstein e...
Esopo, Aesop e una cliente che vuole un brand fuori dai cliché
Esopo, Aesop e la cliente che vuole un brand fuori dai cliché Gonfia di vana superbia, una cornacchia raccolse le penne cadute ad un pavone e se ne adornò. Poi, disprezzando le compagne, si unì al bello stormo di pavoni. Questi però strapparono le penne all'improvviso...