Non tutte le ciambelle riescono col buco. Ma alcune sono meglio senza.
CASO STUDIO MICHELA NAPOLI (ESTETISTA)
Questa è la storia di Michela Napoli, estetista con 14 anni di esperienza, una linea cosmetica creata con le sue mani e un centro estetico dove il trattamento è qualcosa di più di un semplice appuntamento: è un rituale di benessere, detossinazione e ascolto.
Quando Michela è arrivata da me aveva già fatto tanto. Ma sentiva che mancava qualcosa: non riusciva a comunicare davvero chi era, cosa la muoveva, perché una cliente avrebbe dovuto scegliere proprio lei.
Aveva investito in corsi, consulenze, percorsi. Ma il suo brand parlava a metà. C’era confusione. Nessuna voce distintiva. Nessun filo conduttore che unisse la sua storia, i suoi valori, i suoi prodotti e il metodo che lei stessa aveva sviluppato: il metodo MichelaN.
Così siamo partite da un audit approfondito. Tutto il suo ecosistema digitale e comunicativo passato è stato messo sotto la lente.
Risultato? Un’identità visiva neutra, una comunicazione troppo generica e il valore più forte e distintivo della sua linea cosmetica completamente assente.
Ma per trasformare tutto questo non bastava cambiare logo o colori. Dovevamo scendere in profondità. Raccontare Michela. Le sue tappe di vita. Le sue scelte. I suoi no. Il suo Perù.


Già, perché c’è stato un momento preciso in cui tutto è cambiato. Un viaggio di nozze tra le Ande. Un contatto spirituale con la natura che da allora non ha più lasciato la sua pelle, la sua mente, il suo lavoro. È in quella connessione profonda che Michela ha trovato l’anima della sua linea cosmetica.
Una linea che nasce dal rispetto. Dal “poco ma buono”. Dalla rinuncia ai macchinari. Dalla volontà di offrire trattamenti che partano dal contatto umano e dalla conoscenza della pelle, non da procedure standard.
Il nostro lavoro è cominciato intrecciando la sua storia con i desideri delle sue clienti. Abbiamo costruito uno storytelling autentico, dove ogni ingrediente aveva un perché. Dove ogni parola parlava il linguaggio del suo pubblico: donne che cercano efficacia, ma anche verità.
Durante la fase di SCOPERTA abbiamo identificato i punti di rottura rispetto al mercato:
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Michela dice NO ai macchinari per scelta consapevole
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Ha una linea cosmetica di proprietà, pensata da lei, con formule scelte da lei
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C’è un valore cardine che guida ogni cosa: la connessione con la natura
Da queste fondamenta è nata una brand story chiara, coerente, vibrante. Una narrazione che abbiamo condensato in un documento di brand e in una sequenza di storie di presentazione. Quello che chiamo cuore narrativo del brand.


E il racconto di un metodo proprietario che nasce dalla passione e dall’esperienza diretta sulla pelle delle clienti.


Ma c’era ancora un passo importante da fare: rendere visibile questo universo.
Così siamo passate alla fase di SVILUPPO. A partire dalla palette colori.
All’inizio pensavamo che quella esistente potesse funzionare. Ma, mano a mano che il racconto prendeva forma, è diventato chiaro: serviva un’evoluzione visiva. Un nuovo colore, ispirato alla terra e alla vegetazione andina, è entrato nella palette. E con lui una rifinitura generale dell’estetica. Più calda. Più autentica. Più Michela.


In parallelo la comunicazione ha cominciato a cambiare.
Avevamo due sfide urgenti:
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Lanciare il Trattamento d’Autunno
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Progettare l’Evento di Natale

Per il Trattamento d’Autunno abbiamo creato un concept che parlava di rinascita della pelle, ispirandoci allo spot “Pasta is born again” di Barilla. Abbiamo usato la stessa colonna sonora, il “Flower Duet”, e costruito un racconto sensoriale, avvolgente, evocativo. Non era una promo. Era un invito a ritrovarsi, dopo l’estate.
Risultato? Coinvolgimento altissimo. Prenotazioni veloci. Interesse sincero.

Ma è stato con l’Evento di Natale che abbiamo messo in campo l’intero potenziale del brand.
Fino a quel momento, l’evento era un appuntamento per presentare i trattamenti natalizi. Quest’anno invece l’abbiamo trasformato in un’esperienza di branding.
Il nuovo obiettivo? Rafforzare il posizionamento. Far vivere il brand. Toccarlo, sentirlo, respirarlo.
Abbiamo studiato il desiderio profondo delle clienti. Lo abbiamo intrecciato con la promessa del trattamento. Abbiamo definito una comunicazione anticipatoria. Scritto testi. Creato visual. Impostato una narrativa intorno ai quattro elementi naturali.
Il nome dell’evento: Natale Experience MichelaN.
Un percorso multisensoriale costruito nei minimi dettagli:
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una playlist personalizzata per evocare l’atmosfera giusta
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una fragranza ambientale pensata su misura
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un look studiato per Michela, coerente con la sua estetica e i suoi valori
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Un buffet con acque aromatizzate, ognuna ispirata ad un elemento (fuoco, aria, terra, acqua)
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Gift bag sostenibili, brandizzate, con prodotti e messaggi scelti per prolungare l’esperienza a casa
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Un biglietto digitale d’ingresso con programma, link alla playlist, hashtag ufficiale

Ogni dettaglio è diventato un gesto narrativo. Ogni elemento un capitolo del racconto. La comunicazione non era più solo promozione. Era un’estensione del brand.
E i risultati non sono arrivati solo in termini numerici, ma nella mentalità della cliente stessa. Nel modo in cui ha cominciato a vedere il suo brand. A parlarne. A viverlo.
Durante una delle nostre sessioni Michela mi ha detto: “Finalmente sento che tutto ha un senso. Ora so cosa voglio dire, e so anche come farlo”.
E per me è qui che si misura il vero successo di un percorso di branding. Non in quante ciambelle hanno il buco. Ma in quante, pur senza, diventano memorabili.



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