Da fotografa per tutti a brand per pochi: il posizionamento audace di Maria Giulia
CASO STUDIO MARIA GIULIA LA ROSA (FOTOGRAFA)
Quando Maria Giulia è arrivata da me portava sulle spalle un mix di entusiasmo e frustrazione. Si sentiva divisa. Amava la fotografia da sempre. Da quando suo padre le aveva regalato la sua prima macchina fotografica. Era una di quelle persone che non scattano solo con la macchina fotografica, ma con lo sguardo.
Una sensibilità rara, che le aveva permesso di lavorare in ambiti diversi: matrimoni, moda, ritratti aziendali, eventi, lifestyle. Tutto.
E proprio quel “tutto” era il problema.
Perché se è vero che saper fare tante cose può sembrare un vantaggio, nel mercato di oggi rischia di essere un boomerang.
“Voglio che il mio lavoro venga riconosciuto per ciò che vale, ma non voglio precludermi nessuna possibilità. Scatto matrimoni, certo, ma anche ritratti, fine art, moda, eventi cittadini, still life… perché dovrei scegliere?”
Una domanda legittima. Umana. Comprensibile. Ma profondamente strategica.
Maria Giulia è una fotografa di talento, con anni di esperienza alle spalle. Sa cogliere l’intensità di uno sguardo, la poesia di una luce naturale, la verità emotiva di un momento.
Eppure, nonostante la qualità del suo lavoro, non riusciva ad emergere davvero nel mercato.
La sua comunicazione, coerentemente con le sue paure, era un collage di tutto ciò che poteva fare. Un portfolio ampio, un feed variegato, testi neutri e rassicuranti. Per non lasciarsi sfuggire nessuna opportunità.
Il risultato però era l’opposto: invece di attrarre respingeva.
Il suo brand era sfocato, come se ogni scatto raccontasse una versione diversa di lei. Nessuna coerenza, nessun messaggio chiaro. E questo rendeva difficile attrarre quei clienti con cui avrebbe davvero voluto lavorare.
Non perché il lavoro non fosse valido, anzi, ma perché mancava una cosa fondamentale: una direzione chiara, una voce riconoscibile, un posizionamento netto. E proprio da lì siamo partite.
Quello che Maria Giulia viveva non è raro. È il paradosso di molti freelance e professionisti: l’illusione che mostrare tutto ciò che si sa fare aumenti le possibilità, quando in realtà le diluisce.
Più cercava di rendersi disponibile a qualsiasi richiesta, più veniva percepita come una fotografa brava ma generica. Una tra le tante.
Maria Giulia temeva che focalizzarsi significasse chiudersi le porte.
È che spesso si pensa che scegliere una direzione voglia dire rimpicciolirsi. Io penso l’esatto opposto.
Scegliere vuol dire ingrandire lo spazio in cui puoi risuonare davvero. Vuol dire essere scelti, e non più selezionati tra tanti.
Posizionarsi non significa chiudersi le porte. Significa aprirne una sola, ma farlo con tale forza e autenticità da far entrare la luce giusta. È così che si diventa memorabili.
Il posizionamento non è una rinuncia.
È una dichiarazione. Un atto identitario. Un modo per dire “Ecco chi sono. E per chi sono perfetta”.
Per iniziare siamo tornate indietro. Alle origini. A quando suo padre le regalò la prima macchina fotografica. A quando, molti anni dopo, Londra le offrì uno sguardo nuovo sul mondo e sull’amore. A quando capì che il suo modo di fotografare non era solo estetica, ma emozione. Quel filo rosso c’è sempre stato. Andava solo riconosciuto. E portato in superficie.
Nel nostro primo incontro le ho detto:
“Il tuo brand non ha bisogno di parlare di tutto. Ha bisogno di prendere una posizione. Di mostrarsi con coraggio per quello che è. Anche se questo significa perdere qualcosa lungo la strada”.
È stato lì che è iniziato il lavoro vero.
Nella fase di SCOPERTA ci siamo messe ad esplorare. Chi è davvero Maria Giulia? Cosa la emoziona? Cosa la distingue?
Siamo scese in profondità. Non nei servizi offerti, ma in chi è Maria Giulia come persona. Abbiamo scavato nei suoi valori, nella sua unicità, nella sua visione di fotografia, nel tipo di storie che la fanno vibrare.
Quello che è emerso è una verità potente. Non è solo una fotografa di matrimoni. Ma una donna capace di raccontare l’amore con un’intensità quasi cinematografica, con un occhio internazionale, con un’estetica sofisticata che parla una lingua diversa.
Un modo di lavorare più curato, più emozionale, più raffinato. Un tipo di cliente con cui condivide valori, sensibilità, gusto.
Galeotto fu il periodo in cui ha vissuto e lavorato a Londra e imparato a padroneggiare l’inglese al 100%.
Abbiamo quindi definito il suo posizionamento.
Maria Giulia non è solo una fotografa. È una Emotional Photographer specializzata in Destination Wedding, con uno stile che fonde eleganza italiana e visione internazionale. Una narratrice visiva dell’amore autentico, intimo, imperfetto e profondamente umano. Non è più per tutti. È diventata per pochi, ma che fanno per lei al 100%.
Con questa identità come faro, siamo passate alla fase di SVILUPPO. Abbiamo disegnato il suo universo di brand.
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Un tono di voce più personale, più morbido, più sentito.
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Una direzione visuale che parlasse di eleganza, luce naturale, dettagli sussurrati.
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Un messaggio chiaro: “Non scatto per tutti. Racconto storie d’amore vere.”
Ogni dettaglio è diventato coerente con la sua visione profonda.
Abbiamo iniziato a raccontare Maria Giulia per quello che è, non per tutto quello che potrebbe fare. Il tono di voce si è fatto più evocativo e l’immaginario si riferiva a bellezza intima, destinazioni e storie d’amore meravigliose.
Non servivano elenchi di servizi. Bastava una direzione chiara. Un messaggio forte e coerente: sono la fotografa giusta per chi vuole raccontare un matrimonio intimo, elegante, altrove.
Quell’altrove è diventato il suo punto di forza.

Nella fase di STRATEGIA, abbiamo affinato la comunicazione.
Niente call to action forzate. Niente post gridati per dire “prenotami”. Ma contenuti capaci di attrarre, di emozionare, di parlare alle persone giuste. Di attirare naturalmente quelle coppie capaci di riconoscersi nel suo stile e nei suoi valori.
Il cambiamento non è stato solo nella comunicazione. È stato nel modo in cui Maria Giulia si racconta, nel tipo di clienti che ora la contattano, nella fiducia che ha nel suo brand. Da “fotografa che fa un po’ di tutto” a riferimento per chi sogna un matrimonio lontano, curato nei minimi dettagli. Oggi è il suo brand ad attirare, senza bisogno di urlare, senza bisogno di spiegare troppo.
Maria Giulia si è allineata con ciò che è.
Le sue parole hanno smesso di cercare consenso. E hanno iniziato ad attrarre. Il suo brand oggi è riconoscibile, coerente, solido. Non solo dal punto di vista estetico, ma valoriale.
Non è cambiato cosa sa fare. È cambiato come si presenta. E soprattutto per chi.
Oggi è riconosciuta, ricordata e scelta proprio per ciò che la rende diversa.
Perché non offre servizi fotografici, ma esperienze, emozioni, visioni. Il posizionamento non l’ha limitata. Le ha dato forma. Le ha permesso di emergere come brand, non solo come professionista. Di essere riconoscibile, autorevole, desiderabile.
Il posizionamento, per come lo intendo io, non è un’etichetta da inventare. È una verità da portare alla luce. È una dichiarazione di identità. È il momento in cui smetti di adattarti al mercato e inizi a modellarlo attorno a ciò che sei davvero. Un lavoro profondo che inizia da dentro e che si traduce poi in una comunicazione coerente, sottile, memorabile.
Serve coraggio per scegliere cosa non mostrare, per dire “questo non è il mio cliente”, per diventare memorabili per qualcuno e non generici per tutti.
Maria Giulia ha avuto il coraggio di farlo. Di scegliere. Di non essere più tutto per tutti. Ma qualcosa di inconfondibile per chi è davvero allineato con la sua visione. Oggi è più serena, più selettiva, più riconoscibile. Non ha paura di perdere clienti. Perché ha capito che non tutti sono suoi clienti.

E se ti sei sentita come Maria Giulia, piena di talento ma senza una direzione precisa, allora è forse arrivato il momento di scegliere chi vuoi essere davvero. Non per limitarti. Ma per liberarti.
Il mio percorso di mentoring 1:1 è pensato proprio per questo. Non ti insegnerò a venderti. Ti aiuterò a farti riconoscere. E ricordare.
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