Il prezzo della verità nel posizionamento di un brand

In una sessione di mentoring ho voluto alzare l’asticella. Quella che per me era schiettezza e voglia di spronare, per la mia cliente è stata arroganza. Il rapporto si è rotto. Da lì ho imparato che nel lavoro sul brand non basta dire la verità: serve dire la verità giusta, nel momento giusto, alla persona giusta.

C’è un momento in ogni percorso in cui la verità non è più un consiglio, è uno specchio. Per qualcuno quello specchio è liberatorio. Per altri è troppo presto, e può rompere più che aggiustare.

Ho interrotto un percorso di mentoring qualche tempo fa. Non per mancata competenza, ma perché in quel preciso istante ho capito che la mia verità, netta, diretta e volta a far emergere nodi profondi e fondamentali nel racconto di brand, avrebbe fatto più danno che bene.

Ho imparato sulla mia pelle che non è solo cosa dici, ma anche quando e a chi.

Da lì per me è nata una regola semplice e non banale. Il lavoro che propongo funziona solo quando la persona è pronta ad ascoltare una verità, magari pure scomoda, e a trasformarla in azione. Se manca quella disposizione interiore, il confronto diventa fatica, e la fatica spesso si traduce in risultati mediocri o in frustrazione per entrambi.

Se sei un imprenditore audace probabilmente questo ti suona familiare. Vuoi essere notato, vuoi lasciare un segno. Ma la strada per diventare memorabile richiede due cose insieme: coraggio nel fare e brutale onestà nell’essere guardati.

Ecco tre segnali che per esperienza mi dicono che una persona è pronta per un percorso così:

 

  • Accetta responsabilità con parole e fatti. Non cerca scuse, chiede “come” e non “perché”.
  • Cerca feedback attivo ed esegue. Non si limita ad ascoltare: prova, corregge e riprova.
  • Ha una visione del proprio brand che include internamente il cambiamento. Vuole allineare come si mostra con chi è, anche quando questo richiede lavoro emotivo.

Dopo quell’esperienza interrotta ho reso il mio approccio più selettivo perché la selezione è, in realtà, un servizio: protegge il tempo del cliente, la qualità del mio intervento e l’integrità del risultato. Non si tratta di escludere per il gusto di farlo. Si tratta di creare uno spazio dove la trasformazione è possibile, e sostenibile.

Come lo metto in pratica?

  • Screening iniziale che è già parte della trasformazione. Non è un muro, è un primo esercizio di responsabilità.
  • Sessioni orientate a risultati concreti. Non solo insight emotivi, ogni verifica ha una conseguenza operativa.
  • Chiarezza sulle aspettative. Tempo, investimento e la fatica che il cambiamento richiede sono esplicitati fin dall’inizio.

Lavorare con chi ha il coraggio di guardarsi dentro senza sconti significa ottenere risultati che durano. Significa che il brand cresce non come arrangiamento esterno, ma come espressione coerente di ciò che sei.

E questo è esattamente quello che vogliono quei clienti che non inseguono, ma attraggono.

Se leggendo queste righe senti un leggero disagio ma al tempo stesso una curiosità forte, probabilmente siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Nel mio lavoro la prima leva è sempre l’allineamento. Quando c’è, il resto diventa inevitabile.

E se in questo momento ti stai chiedendo: “Ok, ma io come posso farlo col mio brand?” È esattamente questo COME che io ti offro all’interno di Magnetic Star.

Il mio percorso di mentoring 1:1 è pensato proprio per questo. Non ti insegnerò a venderti. Ti aiuterò a farti riconoscere. E ricordare.

Inizia qui a scoprire il mondo delle STELLE MAGNETICHE.

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